Sulla facciata della stazione ferroviaria di Parco Leonardo, nei pressi di Fiumicino (RM), compare un grande murales che colora tutta la parete. 11 metri di altezza nel centro del piazzale, difficile non notarlo specie in un quartiere dove un’intervento di street art non è mai esistito.
L’opera catalizza l’attenzione: gli sguardi che ogni giorno percorrono distrattamente questi “non-luoghi” si soffermano sui colori che stendo sul grande muro, la gente si prende una piccola pausa per ammirare l’opera, incorniciata dalla struttura della stazione.
Un bambino in bicicletta assieme alla madre osserva: “È così bello che forse alla gente verrebbe voglia di togliere la spazzatura che butta sempre dietro l’angolo, per non rovinare il murales”. Con una genuinità quasi disarmante coglie a pieno lo spirito del progetto SOFT CITY, ideato da Antonio Canto, dal Comitato di Quartiere e sostenuto economicamente dal Centro Commerciale Leonardo. Una serie di opere di riqualifica delle aree circostanti la stazione e l’ingresso del centro commerciale, dalla bonifica di alcune aree verdi degradate dall’inciviltà divenute nel tempo delle vere e proprie discariche a cielo aperto, alla piantumazione di aiuole e l’installazione di colonnine di ricarica su quello che di fronte alla stazione era un piazzale spoglio e deserto. E ancora, la messa a punto di un sistema d’illuminazione su una piccola via che conduce alla scuola materna, molto utilizzata per la sua comodità ma lasciata sempre al buio ed all’incuria.
Parco Leonardo: la performance
La Fenice che ho dipinto vuole essere la punta dell’iceberg, la copertina notevole e d’impatto di un’opera di rigenerazione reale e concreta ma soprattutto partecipata. La scelta del Centro Commerciale di sostenere l’intervento senza presenza di loghi all’interno dell’opera riflette la volontà di avviare un processo di sensibilizzazione nei confronti delle aree pubbliche affinché sia la comunità a trarne beneficio. La performance che ho messo in atto durante i 5 giorni di realizzazione dell’opera ha attirato l’attenzione della gente. Hanno avuto modo di scoprire il progetto e di abbracciarlo. La bellezza del murales ha generato la ricerca di altra bellezza. Nei luoghi condivisi e nello spirito di una comunità unita ed attenta, in un moto contrario all’incuria che provoca sfiducia nei confronti del prossimo e delle istituzioni. La piccola fiamma nella parte bassa dell’opera è stata accesa ed ora è importante mantenerla viva.
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